Recensioni - All This Victory (2019) Ahmad Ghossein



Data di uscita: 31 agosto 2019
Genere:Drammatico, Guerra
Anno:2019
Regia:Ahmad Ghossein
Attori:Flavia Bechara, Issam Bou Khaled, Adel Chahine 
Paese:Libano, Francia, Qatar
Durata:93 min
Distribuzione:WTFilms
Sceneggiatura:Ahmad Ghossein
Fotografia:Shadi Chaaban
Montaggio: Yannis Chalkiadakis
Produzione:Abbout Productions, MPM Film

Libano, luglio 2006. La guerra infuria tra Hezbollah e Israele. Durante un cessate il fuoco di ventiquattro ore, Marwan si reca in cerca del padre che rifiuta di lasciare il suo villaggio nel sud del paese. Appena la tregua s’interrompe, Marwan si ritrova sotto una pioggia di bombe e si rifugia in una casa con un gruppo di anziani. All'improvviso un gruppo di soldati israeliani irrompe nella casa. Intrappolati dalle mura ma anche dalle proprie paure, i tre giorni successivi saranno un susseguirsi di eventi fuori controllo.


Il cortile di una scuola, un anziano mago mette in scena uno spettacolo di magia, la scolaresca lo segue attenta, la magia riesce ma non c'è stupore fra quei bambini. Questa è la scena iniziale di All this victory e ben rappresenta la tematica del film: un clima di guerra che si protrae da oltre trent'anni e una propaganda governativa a base di mitologia, hanno distrutto la capacità di sognare e di gioire nelle nuove generazioni.
A tutto ciò è legata la situazione della generazione dei quarantenni che si trova nella condizione di non poter scegliere se rimanere o lasciare un paese così travagliato. La scelta di ambientare il film all'interno di una casa è significativa da questo punto di vista, si può interpretare come metafora di un intero paese intrappolato in una situazione più grande di lui, e, infatti, i soldati israeliani che occupano la stessa casa nella quale sono rifugiati i civili si trovano al piano superiore a simboleggiare il senso di oppressione che il popolo libanese vive da decenni.


All this victory è un film di guerra atipico, il punto di vista è quello dei civili che si ritrovano in mezzo agli scontri, la guerra non viene rappresentata visivamente ma è ogni presente al livello sonoro rendendo il clima opprimente e claustrofobico. Il nemico è vicino, indefinito, incomprensibile e per questo ancora più terrificante. Non ci sono eroi ma personaggi, gente comune, che subisce una situazione via via sempre più insostenibile.
Come già accennato il regista libanese, sceglie di non inquadrare la guerra lasciandola fuori campo, questo rende l'impianto sonoro del film di grande importanza e riveste un ruolo predominante in tutta la pellicola. Qualche pecca si può trovare a livello visivo a causa del basso budget a disposizione e a qualche incertezza nei movimenti della macchina da presa, ma si possono trovare anche immagini di forte impatto visivo che denotano una grande attenzione alla composizione del quadro. Il cast si divide fra attori professionisti e non, questo ha portato il regista a girare le scene nella casa in ordine cronologico per facilitare la recitazione degli attori non professionisti.


Seppur girato con un taglio documentaristico, la scelta di non approfondire la situazione socio-politica nella quale la vicenda è ambientata ne limita la piena comprensione a livello storico, anche se probabilmente l'intento era di trasmettere l'universalità della condizione dei civili in zona di guerra. Come dichiarato dallo stesso regista Hamad Ghossein, pur essendo stato girato prima dei recenti moti rivoluzionari in Libano, la storia e il messaggio sono da inquadrare proprio nei recenti fatti e nella volontà del popolo libanese di liberarsi dai meccanismi che hanno contribuito a trascinare il paese in una guerra perenne.
In conclusione il primo lungometraggio di Hamad Ghossein, già conosciuto come video artist e documentarista è un ottimo film già premiato a Venezia come miglior film alla settimana della critica e ora in concorso al 25° Medfilm Festival di Roma.