Recensioni - A Tale of Three Sisters (2019) Emin Alper



Data di uscita: 13 settembre 2019
Genere: Drammatico
Anno: 2019
Regia: Emin Alper
Attori: Cemre Ebuzziya, Ece Yüksel, Helin Kandemir
Paese:Turchia, Germania, Olanda, Grecia
Durata:108 min
Distribuzione:Ama Films, Cherry Pickers Filmdistributie, Grandfilm, Moving Turtle, Videomite, trigon-film
Sceneggiatura: Emin Alper
Fotografia: Emre Erkmen
Produzione: Circe Films, Horsefly Productions, Komplizen Film, Liman Film, Nulook Production


Sinossi:
A TALE OF THREE SISTERS racconta la storia di tre sorelle di un povero villaggio dell'Anatolia centrale. Le ragazze sono state adottate da famiglie benestanti come domestiche ("besleme" in turco) nella speranza di migliorare la loro vita. Tuttavia, tutti e tre sono costrette a tornare al villaggio a causa di circostanze impreviste. Quando Reyhan torna a casa incinta, suo padre Sevket la sposa in fretta con il povero pastore del villaggio Veysel, che viene trattato con disprezzo non solo nel villaggio, ma anche nella casa di Sevket. Havva ritorna dopo la triste ma inevitabile morte del suo fratello adottivo, che ha combattuto una malattia terminale. Pochi giorni dopo il ritorno di Havva, Nurhan viene riportata nel villaggio dal padre adottivo Necati. Per la prima volta da anni, Reyhan, Havva e Nurhan si riuniscono. La più grande sfida di Sevket è persuadere Necati a prendere Havva come "besleme" nella sua casa dopo la partenza di Nurhan. Con l'aiuto del sindaco del villaggio, mette sotto pressione Necati. Veysel, che ha anche il progetto di lasciare il villaggio poiché disprezza la sua condizione di pastore, chiede a Necati un lavoro che lo porterà fuori dal villaggio. Mentre le tre sorelle affrontano il loro nuovo ambiente familiare e le loro relazioni, Sevket, Necati e Veysel si riuniscono attorno a un banchetto, che conduce a una serie di scontri inaspettati.


Il film è evidentemente, ma non dichiaratamente, ispirato al dramma teatrale Tre sorelle di Anton Cechov e il regista sceglie un approccio teatrale per raccontare questa fiaba per adulti ambientata in un villaggio sperduto tra le montagne dell’Anatolia centrale. In realtà la pellicola è stata girata nel distretto di Yusufeli a nord est della Turchia a causa della difficoltà di trovare un villaggio privo di costruzioni moderne che rispondesse alle esigenze della storia.
Oltre al tema della situazione femminile e del tentativo di emancipazione delle tre sorelle dalla situazione oppressiva e soffocante del piccolo villaggio isolato tra le montagne e senza nessuna prospettiva di miglioramento della condizione sociale, emergono anche i temi della disuguaglianza e della forza delle tradizioni e dei rituali che tengono unita la comunità. La figura della donna, seppur
subordinata ai personaggi maschili, non è mai passiva: la volontà delle tre sorelle di evadere da una realtà soffocante è forte, anche se si scontra con eventi imprevisti e drammatici.


Da un punto di vista cinematografico Alper sceglie, come già detto di dare un’impostazione teatrale mettendo soprattutto in risalto lo splendido paesaggio montano che diventa quasi uno dei personaggi del film grazie anche all’ottima fotografia di Emre Erkmen. Proprio l’impostazione è forse il limite maggiore di questo dramma, i lunghi dialoghi, infatti, ne limitano la tensione emotiva. Ne risulta un film eccessivamente lungo ma apprezzabile per il modo in cui vengono trattate
tematiche universali e attualissime.


Il regista turco Emin Alper si conferma come uno dei registi più interessanti del panorama europeo, con i suoi primi due lungometraggi ha già ricevuto riconoscimenti internazionali: Caligari Film Prize alla Berlinale per Beyond the hill (2012) e Premio della giuria al festival di Venezia per Frenzy (2015); quest’ultimo lavoro, già presentato al Festival di Berlino è in concorso al 25° Medfilm Festival di Roma.