Recensioni - Diari di Cineclub n. 134/2025 - Finding Marta, una ricerca tra passato e presente
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Finding Marta, una ricerca tra passato e presente
Un ilm sulla musa di Pirandello, di Lorenzo Daniele, scritto da Alessandra Cilio e interpretato da Margherita Peluso
La igura di Pirandello
non ha bisogno di pre
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sentazioni, abbiamo stu
-
diato (chi più chi meno)
la sua produzione let
-
teraria, conosciamo i
suoi più importanti
lavori teatrali, tutte le
sue opere sono state
spesso spunto di tra
-
me cinematograiche e anche lui stesso, come
personaggio, compare in molti ilm. Quello
che conosciamo meno è la sua vita privata e le
igure importanti intorno a lui. Una di queste
è Marta Abba, la più fedele interprete della sua
drammaturgia, nonché sua musa ispiratrice
come testimonia lo scambio epistolare che ac
-
compagnò tutto il loro rapporto. Il docu-ilm di
Lorenzo Daniele punta a far luce proprio su
questa igura così importante nella parte inale
della vita del maestro siciliano e allo stesso
tempo sconosciuta al grande pubblico.
Marta Abba nacque a Milano nel 1900 e co
-
minciò a recitare dall’età di quindici anni stu
-
diando all’Accademia dei Filodrammatici. Do
-
po l’esordio nel 1924 venne scritturata da
Pirandello come prima attrice al Teatro d’Arte
di Roma, alla conclusione di quest’esperienza,
nel 1928, fondò una propria compagnia con la
quale continuò a mettere in scena le opere di
Pirandello pur allargando il repertorio ad altri
autori. Seguirono molte fortunate tournee
all’estero, ma nel 1938, due anni dopo la morte
di Pirandello, la sua carriera artistica si inter
-
ruppe a seguito del suo matrimonio con un
potente industriale americano. Fino al 1952
visse negli Stati Uniti e dopo il divorzio tornò
in Italia dove tentò di riavviare la sua carriera
artistica, ma senza successo. Morì, dimenti
-
cata dal mondo dello spettacolo, all’età di 88
anni, nella sua città natale.
L’idea del ilm nasce dall’incontro tra il regista
e la protagonista del ilm: Margherita Peluso,
un’attrice milanese d’origine siciliana che nel
2017 mette in scena un suo lavoro teatrale su
Marta Abba (
Io Marta
scritto da Margherita
Peluso, regia di Fay Simspon, Musiche di Ste
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phen Dembsky, disponibile sul canale youtu
-
be dell’attrice). Le similitudini tra Marta Abba
e Margherita Peluso, insieme alla volontà di
dare lustro a un personaggio che in poco più
di dieci anni di attività ha lasciato un’impron
-
ta indelebile nel teatro italiano, ha spinto il re
-
gista siciliano a creare un’opera in cui si in
-
trecciano diversi piani narrativi tra inzione,
realtà, racconto autobiograico e ricerca do
-
cumentale.
Il ilm racconta di Margherita, un’attrice tea
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trale che nonostante gli studi, le capacità e gli
sforzi fa fatica a trovare il percorso con cui
esprimere la propria passione e decide di intra
-
prendere un viaggio alla ricerca di informazio
-
ni sulla igura di Marta Abba sentendola molto
vicina e sé. Un percorso anche interiore sul
signiicato profondo della recitazione che la
porterà nei luoghi in cui l’attività teatrale del
-
la Abba si è svolta. Partendo da Agrigento e in
particolare dalla casa contrada Kaos dove è
conservato parte dell’epistolario tra la Abba e
Pirandello (in tutto circa 800 lettere), il tragit
-
to prosegue per la capitale dove l’attrice fu
scritturata da Pirandello nel 1925 per il suo Te
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atro d’Arte, e arriva all’università di Princeton
dove è conservata la maggior parte delle lette
-
re scambiate tra Pirandello e Marta Abba. Il
percorso così descritto è strutturato come un
racconto di inzione in cui la protagonista
Margherita si mette in viaggio alla scoperta di
sé stessa attraverso un’indagine sulle tracce
lasciate dalla musa di Pirandello. Una ricerca
durante la quale la componente documentari
-
stica acquista via via maggiore rilevanza met
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tendo al centro la igura della Abba. Ciò avviene
anche grazie ai contributi forniti da importan
-
ti esperti di teatro e letteratura: David J. Dia
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mond, un actor coach de “La MaMa theatre” di
New York il quale guiderà l’indagine di Mar
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gherita con i suoi suggerimenti; l’attrice sici
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liana Lucia Sardo che approfondirà l’aspetto
delle connessioni tra la Abba e il teatro a lei
contemporaneo; il già citato Professor Frassi
-
ca, docente di Letteratura Italiana presso l’U
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niversità di Princeton nonché custode del
prezioso carteggio e la professoressa Anna
-
maria Andreoli, Presidente dell’Istituto di stu
-
di pirandelliani che si occuperà di confutare la
tesi secondo la quale tra l’attrice e lo scrittore
ci fosse una relazione sentimentale. Proprio
quest’ultimo punto è uno dei più dibattuti:
una lettura supericiale dell’epistolario e alcune
ricostruzioni fantasiose, anche in ilm recenti,
hanno alimentato l’idea di una liaison tra i due.
Dal documentario di Daniele emerge bensì un
rapporto, seppur tormentato e a volte ambiguo,
fondato su un comune sentimento artistico e
una sintonia profonda basata su una medesi
-
ma visione del teatro e dell’arte. Dalle lettere
spicca piuttosto la personalità forte della Abba,
una donna forte e caparbia, coraggiosa, per certi
versi ribelle, capace di dirigere e gestire una
compagnia teatrale, fatto rarissimo in un mon
-
do di uomini come quello del teatro di allora.
Materiali d’archivio inediti contribuiscono a
dare maggiore spessore al racconto che, sep
-
pur per alcuni tratti fatichi a mantenere coesi
i vari piani narrativi, riesce nell’intento di
esaltare i meriti artistici di un personaggio
ancora troppo poco conosciuto. Un grande e
impegnativo lavoro durato quasi due anni
portato avanti con passione e dedizione dal
regista Lorenzo Daniele e delle sceneggiatrici
Alessandra Cilio e Margherita Peluso: la cop
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pia Daniele, Cilio da sempre si occupa di cine
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ma documentario e di divulgazione dell’Anti
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co attraverso le arti visive come dimostra il
Festival della Comunicazione e del Cinema ar
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cheologico di Licodia Eubea (Catania) di cui
esercitano entrambi la direzione artistica;
Margherita Peluso, l’altra autrice del ilm di cui
ho accennato in apertura, è stata in qualche
modo il motore della messa in scena e dà voce e
spazio a Marta Abba nel ilm. Come dichiara
Daniele nelle note di regia, Margherita s’iden
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tiica totalmente con Marta, condividendone
la vocazione e il sacriicio all’Arte, con una in
-
terpretazione al servizio della narrazione in
-
troducendo inizialmente la igura della Abba
per poi lasciarle spazio e visibilità.
Per chi non è riuscito a vedere il ilm in sala
durante gli eventi organizzati appositamente
a cui hanno partecipato gli autori, il consiglio
è di recuperarlo sulle piattaforme di strea
-
ming che lo ospiteranno nei prossimi mesi
per apprezzare questa igura di artista e di
donna tuttora moderna e attuale.
Tonino Mannella
Tonino Mannella
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