Living

 



Data di uscita: 30 agosto 2012
Genere: Drammatico
Anno: 2012
Regia: Vasily Sigarev
Attori: Irma Arendt, Aleksey Filimonov, Konstantin Gatsalov, Marina Gavrilova, Sasha Gavrilova, Dmitriy Kulichkov, Yana Sekste
Paese: Russia
Durata: 119 min
Distribuzione: Utopia Pictures
Sceneggiatura: Vasily Sigarev
Fotografia: Alisher Khamidkhodzhaev
Produzione: Koktebel Film Company


Sinossi:
Living è un ritratto esistenziale di alcuni personaggi in una provincia russa invernale. Una madre vuole ricongiungersi alle sue figlie gemelle. Una giovane coppia si sposa in chiesa, ma subito dopo la cerimonia, Dio - o forse il diavolo, o forse il destino - mette alla prova spietatamente il loro amore. Un ragazzo vuole incontrare il padre da cui è separato, nonostante le feroci proteste di sua madre. Tutti i personaggi sopportano il proprio calvario.


Al suo secondo lungometraggio Sigarev mette in scena una lucida e spietata rappresentazione del meccanismo di elaborazione del lutto. Contrariamente al titolo (Vivere) il tema principale è la morte, o meglio, il processo della sua assimilazione da parte di tre personaggi: una madre le cui due figlie muoiono in un incidente ferroviario, un bambino che ha perso il padre e una giovane donna il cui compagno viene ucciso durante una rapina. L'ambientazione è quella della fredda provincia russa dove i problemi sociali e la povertà sono l'innesco di eventi tragici e beffardi. 


Nella primissima parte del film le tre vicende si sfiorano casualmente per poi prendere strade che viaggiano parallele fino alla fine, il regista, attraverso lo sguardo dei protagonisti, rivela lo smarrimento, il rifiuto della realtà, il tentativo, a volte la necessità, di costruire rappresentazioni fittizie che possano rendere accettabili avvenimenti tragici e inaccettabili. Cosa c'è di più inaccettabile che perdere le proprie figlie nel momento in cui ricominciare una nuova vita insieme è possibile, oppure rimanere vedova il giorno stesso delle nozze, o ancora dover rinunciare all'amore paterno in favore di una famiglia dispotica e anaffettiva? Ecco allora che neanche la spiritualità serve più: il prete che ha sposato la coppia diventa colpevole della candela scadente che si spegne durante il rito gettando un presagio nefasto sulla coppia, neanche è in grado di rispondere agli interrogativi pressanti della donna: A che serve l'amore? Perché amare? Poi te lo portano via comunque. 


Un film che nella sua crudezza affronta un tema difficile senza abbandonarsi a facili, possibili sentimentalismi evidenziando una linea di continuità nell'affrontare tematiche forti e attuali tipiche del nuovo cinema russo, con le opere di un altro grande regista come Andrei Zvyagintsev di cui si intuisce l'influenza nel giovane, quasi esordiente, cineasta. Sigarev è bravo nel creare un intreccio che sovrappone le tre storie confondendo i piani temporali e i piani di realtà con un ritmo narrativo che segue gli avvenimenti contrapponendo il montaggio serrato della parte centrale ad un ritmo più riflessivo e intimista nel segmento successivo. Fondamentale per lo sviluppo della narrazione è anche la musica di matrice post rock di Pavel Dodonov che contribuisce alla definizione dell’atmosfera del film. Le tre vicende assumono un peso diverso nell'economia del racconto: mentre quella del bambino, che apre il film, appare incompiuta e meno riuscita, le altre due storie propongono alternative differenti e mai risolutive anche se forse, nella quotidianità di piccoli gesti, si riuscirà finalmente a dare un senso alla parola vivere.